La chiesa risulta già esistente nel 1257, fu consacrata nel 1477 e nel 1625 si separò dalla matrice di Mazzo. Rimaneggiata nel 1684, fu in gran parte rifatta tra il 1699 e il 1707 su progetto del luganese Bartolomeo Solari. La facciata ha due ordini sovrapposti: l'inferiore conta sei lesene fiancheggianti il portale a semicolonne, eseguito nel 1723 da G. Antonio Robustelli Test di Grosotto; l'ordine superiore ha due lesene con finestrone al centro che è coronato da un timpano; esso è raccordato a quello inferiore da grandi volute. Il campanile, con due piani di trifore e un tamburo ottagonale con cupola, fu innalzato nel 1900 su disegno dell'ing. Pinchetti al posto di un altro eretto nel 1756.
L'interno del tempio è di forma basilicale a tre navate divise da sei colonne di pietra verde con capitelli lavorati a fogliami (sul secondo a destra si legge la data del 1705), dovuti probabilmente a G. Antonio Robustelli Test. Sopra di essi vi sono delle decorazioni in stucco raffiguranti busti di angeli e concluse inferiormente da foglie d'acanto. Sulla controfacciata, tra i quadri della Via Crucis, sono appese una tavola raffigurante la Deposizione di Cristo nel sepolcro forse di V. De Barberis (1549), una tela con l'Adorazione dei Magi di scuola veneta (fine XVI inizio XVII) e un'altra raffigurante la Madonna del Rosario contornata da medaglioni con le scene dei 15 Misteri (XVII). In basso sono posti due confessionali intarsiati con animali fantastici e motivi floreali (XVIII). A destra dell'ingresso è posta un'acquasantiera marmorea finemente scolpita nel 1725 da Pasolino di Vezza d'Oglio.
Nella prima cappella di sinistra, dietro il fonte battesimale, un'ancona in stile neoclassico ospita un artistico Crocifisso ligneo (XVI). Nella seconda cappella l'altare ha un paliotto in scagliola policroma e ai lati statue in stucco di S. Domenico e S. Agata (XVIII); le tele alle pareti rappresentano S. Domenico che confonde gli eretici e il Supplizio di S. Agata (XVIII). Presso l'altare in testa alla navata è appesa una tela raffigurante l'Ultima cena (XVII).
La volta del presbiterio fu decorata nel 1685 dai maestri luganesi Pompeo Solari e G. Battista Aprile; del primo sono gli stucchi, mentre al secondo si devono gli affreschi raffiguranti Episodi della vita di S. Eusebio e vari graziosi angioletti. L'altar maggiore, elegantissimo e ricco di preziosi marmi policromi e di lapislazzuli (1776), forma un armonico assieme con la retrostante ancona in scagliola che incornicia una tela rappresentante la Gloria di S. Eusebio, del pittore Schena di Edolo (1790). Nella parete a sinistra dell'altare è collocato il tabernacolo degli oli santi (1685) con portella in noce a intarsi d'avorio eseguita nel 1686 da Giorgio Valorsa di Grosio. Al centro del presbiterio pende una lampada in lamina d'argento traforato e cesellato (XVIII). Artisticamente pregevole per gli intagli e le sculture è l'altare ai piedi della gradinata del presbiterio, adattamento dell'antico pulpito (1653). L'arco trionfale è stato affrescato nel 1925 da E. Fumagalli con Figure di angeli recanti gli strumenti della passione.
L'altare in testa alla navata di destra è in scagliola policroma e ha ai lati le statue in stucco di S. Pietro e S. Eusebio (1734). Nella seconda cappella vi è un altare in marmo fiancheggiato da angeli in stucco; alle pareti laterali sono appese due piccole tele raffiguranti l'Annunciazione e l'Incontro della Vergine con S. Elisabetta (XVIII). La prima cappella ha sull'altare una tela di G.B. Muttoni con l'Angelo Custode e santi (1715); le tele alle pareti laterali rappresentano due miracoli di S. Francesco da Paola: la Guarigione di un bambino e il Santo che mostra al Re di Napoli una moneta sanguinante (XVIII).
Da segnalare è la presenza di una campana nella lanterna del campanile, sopra la cella campanaria. Montanta a slancio, presenta l'asta per il suono ma la corda è assente. Per questioni di sicurezza non è stato possibile raggiungerla per ottenere i dati su di essa.
Concerto di 5 campane a slancio in Re bemolle3:
Reb3 fuso da G. Pruneri di Grosio nel 1901
Mib3 rifuso da F. D'Adda di Crema nel 1927
Fa3 fuso da G. Pruneri di Grosio nel 1901
Solb3 fuso da G. Pruneri di Grosio nel 1901
Lab3 fuso da G. Pruneri di Grosio nel 1901